Forse qualcuno di noi non se ne sarà accorto ma nel 2016 la FNOMCeO ha redatto una nuova versione del nostro codice deontologico. A dieci anni dalla precedente, quindi, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri rivede e redige il documento che dovrebbe guidare il nostro “modo” di fare i medici. O quanto meno ispirarlo.
Ho pensato fosse interessante, visto che il documento è imponente, leggerlo insieme e magari rifletterci su. Non penso di fare un percorso esaustivo, ma certamente di dare degli spunti e magari invogliarvi ad andare ad approfondire da soli.
Articolo 3: Doveri del medico sono la tutela della vita, della salute psicofisica, il trattamento del dolore e il sollievo della sofferenza, nel rispetto della libertà e della dignità della persona, senza discriminazione alcuna, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera.
In questa nuova revisione vengono omesse alcune specificazioni che trovavamo nel 2006 ed aggiunto molto altro. Ma non le vedremo tutte.
Un elemento importante, a mio avviso, è una importante specificazione relativa alla gestione del “dolore“. Un argomento certamente che negli ultimi anni ha acquistato sempre maggiore rilievo soprattutto in Medicina d’Urgenza.
La versione del 2006, facendo riferimento ai doveri del medico citava solo in maniera generale la sofferenza dell’uomo:
2006: Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo e il sollievo dalla sofferenza
E’ invece importante parlare in maniera chiara del Dolore perché per qualche strana ragione ci portami un retaggio culturale in cui il dolore viene ritenuto “inevitabile”. Pensate a quanti ancora suturano affermando “l’anestesia non gliela faccio perchè è peggio dei punti“, o quanti ancora eseguono procedure dolorose senza una sedazione, o in quanti dolori addominali in fase di valutazione e approfondimenti diagnostici non vengono somministrati analgesici opportuni perché “alterano la possibilità di fare la diagnosi” … vi ricorda qualcosa o qualcuno?
E quindi, si: fa parte del nostro codice deontologico farci carico del DOLORE e anche della SOFFERENZA, espressa quest’ultima in tutte le sue forme, anche quelle che talora hanno poco a che fare con la medicina intesa in maniera prettamente tecnica.
Da “ Codice di Deontologia Medica” della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici dei Chirurghi e degli Odontoiatri. 2014. Testo per esteso su: www.fnomceo.it